10 settembre, 2006

La Morale Dei Pacifinti



MISSIONE DI PACE IN LIBANO....ORA L'ESERCITO PUO' ESSERE USATO..I MILITARI SONO AMICI.....GLI SLOGAN DEI FALSI MORALISTI SI SONO ACQUIETATI....

Signori pacifinti siamo partiti per la più costosa missione di pace/guerra che ci sia mai stata sotto tutti i profili...quello economico... ed è giusto che contribuiate anche voi con una finanziaria seria da 35 miliardi di €...perchè godere dei vantaggi del tanto odiato Berlusconi...Vabbene essere falsi..ma ipocriti no!!!!

E quello umano nel senso del costo da sostenere in vite umane.....
( ma questo per D'Alema lo statista stalinista e secondario infatti lui non è mica di sinistra non e nemmeno di destra e solo confuso)

ORA COMPAGNO PACIFINTO VOGLIO CHE TU STIA IN SILENZIO ANCHE QUANDO INEVITABILMENTE ARRIVERANNO LE PRIME BARE A CIAMPINO...VOGLIO CHE TU CON IL TUO SILENZIO RISPETTI QUEI SOLDATI... CHE COME QUELLI CHE SONO IN IRAQ FANNO E FARANNO SEMPRE IL LORO DOVERE PER LA LORO PATRIA
(lo so compagno che la parola patria ti da fastidio) obbediscono agli ordini....

Ma tu Compagno saresti onesto se diresti di vergogarti per aver urlato e/o appoggiato con i tuoi fiochetti 1..100..1000 Nassiriya.

MA POI COMPAGNO DI CHI!!!!! NEMMENO PACCIANI VOREBBE COMPAGNI COSì FALSI.

ernesto scontento

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ernesto scontento 10.09.06 15:06 - Blog Beppe Grillo

ernesto scontento 15:14 del 10/09 - Blog Il Giulivo

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Approfondimenti:

Nasrallah dichiara che non consegnerà le armi ma a palazzo Chigi sono tutti soddisfatti.

Palazzo Chigi esprime soddisfazione per la decisione assunta da Israele di eliminare il blocco aeronavale al Libano. Su questo tema, spiegano le stesse fonti, il governo ha lavorato intensamente nei giorni scorsi con il segretario generale dell'Onu. Continuano ad arrogarsi, rivendicandole, vittorie non loro. In realtà Olmert ha concordato quanto sopra dopo contatti telefonici col segretario di stato americano e col segretario delle Nazioni Unite. Non dovrebbe peraltro costituire fonte di notizia, quasi stucchevole per come presentata, il fatto che un paese democratico (Israele) rispetti gli accordi raggiunti in sede Onu. Stupisce, invece, l’atteggiamento del nostro governo che non commenta neppure le dichiarazioni di Nasrallah il quale ha lasciato intendere che l’atteggiamento del suo gruppo in merito alla risoluzione 1701 sarà ben diverso. Ad esempio non consegneranno le armi all’esercito libanese come sarebbe dovuto accadere in base agli accordi raggiunti. E’ a loro che D’Alema dovrebbe intimare, con la stessa perentorietà di cui si fregia in questi giorni con Israele, di procedere al rispetto di quanto stabilito, in ottemperanza alla 1701. Un atteggiamento simile potrebbe, forse, essere considerato equidistante. Ed eliminerebbe il dubbio circa l’appoggio che il nostro governo pare dare a Hezbollah.

www.opinione.it


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La missione costerà 100 milioni all'anno in più dell'operazione "Antica Babilonia" in Iraq (circa 500 milioni all'anno) e oltre il doppio della missione NATO in Afghanistan (mediamente 280 milioni all'anno). La si può quindi già proclamare la missione militare italiana più costosa dal 1945 ad oggi. Nonostante la situazione finanziaria della Difesa, denunciata da tutti i capi di stato maggiore, sia drammatica eccesso di difesa?


Dopo anni di polemiche sui costi "eccessivi" delle missioni italiane in Iraq e Afghanistan e di domande retoriche poste da sinistra che si chiedevano "quante scuole e ospedali si sarebbero potuti costruire con tanti milioni di euro", l'Operazione "Leonte" è salpata per Beirut senza alcuna obiezione sui costi così elevati da poterla già proclamare la missione militare italiana più costosa dal 1945 ad oggi.

Solo per i primi quattro mesi, da settembre a dicembre, il governo ha stanziato 216 milioni di euro per finanziare l'impegno in Libano: 187 milioni a copertura dei costi del contingente militare e gli altri a sostegno alla ricostruzione post bellica del Libano.
Denaro reso disponibile dal boom di entrate fiscali garantito dalla Finanziaria del governo Berlusconi.
Per il 2007 i costi militari dell'operazione "Leonte" sono stimati invece in circa 600 milioni di euro, ma potrebbero aumentare considerato che il contingente italiano operativo sul territorio libanese salirà entro novembre dagli attuali 800 soldati a 2.600 e potrebbe raggiungere le 3.000 unità a febbraio del prossimo anno, quando l'Italia assumerà il comando di UNIFIL.
"Leonte" costerà quindi 100 milioni all'anno in più dell'operazione "Antica Babilonia" in Iraq, costata circa 500 milioni all'anno e oltre il doppio della missione NATO in Afghanistan che costa mediamente 280 milioni all'anno.

Eppure nella provincia irachena del Dhiqar hanno operato contingenti anche superiori ai 3.000 effettivi e l'avvicendamento dei reparti, il supporto logistico e i tempi di percorrenza di navi ed aerei erano certo più elevati rispetto al Libano mentre le condizioni di vita e di lavoro dei militari erano certo più disagiate. In Afghanistan, dove operano attualmente quasi 1.800 militari italiani, i costi di trasporto e logistica sono ancora più elevati che in Iraq perché l'assenza di coste rende impossibile l'impiego di navi e tutti materiali giungono per via aerea a Kabul e Herat.

A far lievitare i conti della partecipazione italiana a UNIFIL contribuiscono le ingenti forze aereonavali.
Come l'impiego, nella fase iniziale, di sei navi da guerra inclusa la portaerei Garibaldi con jet Harrier ed elicotteri incaricati da fornire supporto e copertura al primo contingente che sbarca a terra. Dopo circa un mese la portaerei rientrerà in Italia per essere rimpiazzata da un reparto di caccia AMX dell'Aeronautica che verrà rischierato probabilmente nella base britannica di Akrotyri, a Cipro.

Mezzi aerei e navali che non sono stati inviati in Iraq e Afghanistan dove il supporto dal cielo è garantito dagli anglo-americani che forniscono anche il carburante per i mezzi militari.
Inoltre i militari impegnati con l'ONU in Libano guadagneranno di più dei loro colleghi in Iraq e Afghanistan: un maresciallo o un tenente colonnello a Tiro percepirà una diaria di 200 euro contro i 166 di un pari grado a Kabul o Nassiryah.
Le Nazioni Unite dovrebbero comunque rimborsare una parte ancora da definire delle spese sostenute ma in genere si tratta di percentuali non superiori al 25% dei costi vivi per il mantenimento e la retribuzione dei caschi blu ma non coprono certo le spese di gestione di una flotta o di un reparto di jet da combattimento.

Negli ambienti militari il nuovo impegno oltremare solleva non poche critiche non tanto per il tipo di missione quanto perché ai costi sostenuti con i fondi ad hoc per finanziare le missioni non corrispondono investimenti adeguati nel Bilancio della Difesa.
L'intenso impiego operativo ha infatti usurato i mezzi soprattutto dell'Esercito ma gli stanziamenti in continuo calo impediscono l'acquisizione di nuovi equipaggiamenti, l'adeguato addestramento e persino l'acquisizione di pezzi di ricambio.
La situazione finanziaria della Difesa, denunciata da tutti i capi di stato maggiore, è drammatica: mancano i soldi per il carburante e persino per la pulizia delle caserme mentre quasi i tre quarti del Bilancio è utilizzato per pagare gli stipendi.

Fonte: Panorama